Scopri tutto sugli abrasivi più usati nella fabbricazione degli abrasivi flessibili.

4 Tipologie di abrasivo

Gli abrasivi moderni raggiungono durezze altissime e la loro forma di struttura cristallina ha forme spigolose in cui ad ogni spigolo di ogni singolo granello abrasivo, corrisponde un utensile tagliente.

La capacità di un granulo abrasivo di penetrare nel pezzo da lavorare dipende in gran parte dalla sua durezza e dalla sua forma, mentre la tenacia del singolo granulo abrasivo determina la sua resistenza alla deformazione ed alla rottura, durante le sollecitazioni ricevute in fase di lavorazione.

Vediamo ora quali sono gli abrasivi più usati nella fabbricazione degli abrasivi flessibili:

Ossido di Alluminio

Chiamato anche corindone con la sigla convenzionale A/O, durezza mohs 9 (scala di misurazione della durezza di un abrasivo in cui 1=talco, 7=quarzo, 10=diamante). Questo abrasivo deriva da un trattamento termico della bauxite cui vengono aggiunti vari additivi che ne modificano la struttura chimica.

Dalla macinatura del materiale derivante da questa prima lavorazione, si ottiene un granulo abrasivo con struttura cristallina e forma abbastanza tozza ma con un’ottima resistenza al calore ed alla deformazione. In fase di lavorazione si consuma per arrotondamento in maniera uniforme.

Questo materiale si caratterizza inoltre per la notevole durezza che lo rende particolarmente adatto alla levigatura anche se sottoposto a forti pressioni di lavoro.

E’ molto adatto per la levigatura dei materiali più resistenti, come acciai, acciai al carbonio, bronzo e legni duri.


Carburo di Silicio

La sigla convenzionale è S/C e il grado di durezza in base alla scala Mohs è 9.4

Anche il Carburo di Silicio viene prodotto tramite un trattamento chimico. Al termine della fase di macinatura si presenta sotto forma di cristalli dal colore tendente al verde con angoli di taglio acuti.

Nonostante il carburo di silicio sia il più tagliente degli abrasivi artificiali, presenta anche una grande fragilità alle pressioni elevate. Per queste sue caratteristiche viene impiegato in lavorazioni di materiali duri o che richiedono l’impiego di abrasivi taglienti, ma con pressioni basse.

Vediamo ad esempio utilizzare il carburo di silicio nella lavorazione di materiali particolarmente teneri (ottone, gomma, alluminio), ma anche piuttosto duri (vetro della ceramica, vetroresina del fibra-cemento, etc.)


Ossido di Zirconio

Viene spesso identificato con i nomi attribuiti dai produttori (NORZON) – Zr O² AL² O³ valore 8,9 della scala Mohs.

L’ossido di zirconio è un derivato del corindone (nella lavorazione, alla bauxite viene aggiunto appunto dell’ossido di zirconio) e si caratterizza per il particolare colore azzurro. A differenza del corindone che ha una struttura cristallina, l’ossido di zirconio presenta una struttura microcristallina.

Questa conformazione fa si che il granulo abrasivo si frantumi se sottoposto a lavorazioni con forti pressioni, dando luce a nuove cuspidi taglienti. L’ossido di zirconio, grazie a queste sue caratteristiche, garantisce una maggiore costanza di taglio e di finitura dall’inizio alla fine della lavorazione.

E’ indicato nella sbavatura dei metalli (acciaio inox), leghe dure e nella calibratura del legno.


Ossido di Alluminio Ceramico

La denominazione che lo identifica è SG e il colore è bianco perlaceo, ha una durezza corrispondente al grado 9,2 della scala Mohs.

Si tratta di un composto di alluminio con struttura cristallina uniforme e caratterizzato da una fratturazione molto regolare.

Durante le lavorazioni questo materiale si frantuma e si consuma auto-ravvivandosi proprio come accade per l’ossido di zirconio, ma da origine a frammenti più piccoli, garantendo così una maggior costanza di taglio e durata nel tempo.

E’ impiegato nella levigatura e nella smerigliatura dell’acciaio e più in generale in tutte quelle lavorazioni di materiali duri che richiedono maggiori pressioni.


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